PSICOLOGIA SPERIMENTALE – DA KANT A JUNG

Qui affrontiamo la Psicologia Sperimentale che da Kant a Jung arriva poi al Filosofo Samael Aun Weor.
LA RETORICA DELL’IO DELLA PSICOLOGIA

La retorica dell’ego è l’arte di parlare ricercato ed elegante, con sottigliezze e doppi sensi così raffinati da non farci rendere conto che in quel momento siamo già caduti nell’errore. La retorica dell’ego è subliminale e per questa ragione la nostra coscienza è addormentata ( senza che ce ne rendiamo conto).

E così ad esempio si può osservare l’io con la sua retorica arringare le masse ad aumentare i fondi per la difesa. Il volume del commercio bellico fra i paesi del terzo mondo si è duplicato fra il 1973 ed il 1976 al punto che ha raggiunto il doppio delle loro importazioni.

Il fatto “curioso” è che in un periodo in cui si parla di pace e di controllo degli armamenti i paesi in via di presunto sviluppo, con l’aiuto di quelli suppostamente industrializzati aumentano la loro capacità di distruzione. È questo per caso il cammino da percorrere per il disarmo e la pace mondiale? Tutto il contrario, si tratta semplicemente della retorica dell’ego.

 

IL CENTRO PERMANENTE DI COSCIENZA NELLA PSICOLOGIA SPERIMENTALE

L’uomo attuale è simile ad una barca piena di molti passeggeri, ognuno con i suoi propri progetti e piani. L’uomo attuale non ha una sola mente, ha molte menti. Ogni io ha la sua propria mente.

Ma fortunatamente dentro il bipede umano esiste qualcosa di più, cioè l’Essenza. Riflettendo seriamente su questo principio possiamo concludere che l’Essenza è il materiale psichico più elevato con cui possiamo dare forma alla nostra Anima.

Risvegliando l’Essenza creiamo Anima. Risvegliare l’Essenza significa risvegliare la Coscienza. Risvegliare la Coscienza equivale a creare dentro di noi un Centro Permanente di Gravità. Solo chi riesce a risvegliare la coscienza si trasforma in individuo: un individuo che non è quello “finale” perché più tardi si dovrà raggiungere la “super-individualità”.

LA SUPER INDIVIDUALITA’

Tutte le intime contraddizioni dell’essere umano sono di per sé sufficienti a fare impazzire chi riuscisse a vederle in uno specchio; la fonte di tali contraddizioni è la pluralità dell’io.

Chi vuole dissolvere l’io deve iniziare a conoscere le sue intime contraddizioni che sfortunatamente la gente non vuole vedere incantandosi in questo autoinganno.

Chi vuole dissolvere l’io deve iniziare a non essere falso: tutti mentono a se stessi.

Se vogliamo conoscere la pluralità dell’io e le nostre perenni contraddizioni non dobbiamo autoingannarci. La gente si autoinganna per non vedere le sue contraddizioni interne.

Chi riesce a scoprire le sue contraddizioni intime sente giustamente vergogna di se stesso, comprende di essere un nulla, un infelice.

Riuscire a scoprire le nostre intime contraddizioni è già un successo perché il nostro giudizio interiore si libera spontaneamente permettendoci di vedere con chiarezza il cammino dell’individualità e della super-individualità.

 

IL BENESSERE INTEGRALE

Quando uno rispetta se stesso, cambia anche il proprio livello dell’essere e cambiando il livello dell’essere attrae nuove circostanze, entra in rapporto con persone più decenti, più distinte e questo spesso porta come conseguenza un cambio economico e sociale dell’esistenza. È così che l’auto-rispetto integrale porta il benessere sociale ed economico.

Ma se uno non sa rispettare se stesso, tantomeno rispetterà i suoi simili autocondannandosi ad una vita infelice e sventurata.

Il principio del Benessere integrale è nell’autorispetto.

 

L’AUTO-RIFLESSIONE DELLA “PSICOLOGIA KANTIANA”

Non bisogna dimenticare che l’esteriore è solo la “riflessione” dell’interiore; già Kant, nella sua “Critica della Ragion Pura”, faceva esattamente la stessa affermazione, sottolineando proprio con le stesse parole che “l’esteriore non è altro che il riflesso dell’interiore”.

L’immagine esteriore dell’uomo e le circostanze che gli girano attorno sono il risultato della sua auto-immagine. Tutti ci facciamo un’autoimmagine di noi stessi; questo termine composto ha un profondo significato.

Inoltre sta scritto che l’esteriore è solo la riflessione dell’interiore. Così, se noi non ci rispettiamo, se l’immagine interiore di noi stessi  è molto povera, se siamo pieni di difetti psicologici, di piaghe morali, indubbiamente, spunteranno avvenimenti sgradevoli nel mondo esteriore come ad esempio difficoltà in campo economico o sociale e così via.

Non dimentichiamoci che l’immagine esteriore dell’uomo e le circostanze che gli girano attorno sono il risultato della sua autoimmagine.

In diverse altre opere ho affermato che ognuno di noi è un punto matematico nello spazio che acconsente di essere veicolo a determinate somme di valori. Alcuni servono da veicolo a valori geniali, altri a valori del tutto mediocri, perciò ogni persona è diversa.

 

L’AUTOIMMAGINE DELLA PSICOLOGIA INDIVIDUALE

L’Autoimmagine dell’uomo dà origine alla sua immagine esteriore. Per autoimmagine intendo l’immagine psicologica che portiamo dentro.

È importante saper individuare la propria immagine psicologica: potrebbe essere quella dell’iracondo, del lussurioso, dell’invidioso, dell’avido, dell’orgoglioso, del pigro, del goloso…

Qualsiasi immagine, o meglio autoimmagine, che abbiamo di noi, darà origine com’è naturale alla sua immagine esteriore.

L’immagine esteriore, anche se molto bella e ricercata, può in realtà essere molto misera.

È per caso bella l’immagine di un orgoglioso che si è reso insopportabile e che non ha nemmeno un briciolo di umiltà oppure quella di un lussurioso?

Come si comporta un lussurioso, come vive, che aspetto presenta la sua camera, qual è il suo comportamento nella vita intima con il sesso opposto e spesso non è già degenerato?

Quale potrebbe essere l’immagine esterna di un invidioso, di qualcuno che soffre del benessere del prossimo e che in segreto danneggia gli altri per invidia?

Quale l’immagine di un pigro che non vuole lavorare e che è sporco ed abominevole? E quella di un goloso?

In verità l’ego è una somma di valori negativi e positivi. Potremo disintegrare l’ego, farla finita con i valori positivi e negativi e servire da veicolo a nuovi valori, ai valori dell’Essere. Ma in questo caso abbiamo bisogno di una nuova DIDATTICA se vogliamo eliminare tutti i valori che portiamo al nostro interno ed operare un mutamento radicale.

Abbiamo bisogno di una Psicologia Rivoluzionaria.

 

Estratto dai libri:

  • “La Rivoluzione della Dialettica” di Samael Aun Weor
  • “Critica della Ragion Pura” di Immanuel Kant

Per approfondire la Psicologia Sperimentale di C.G. JUNG vai alla pagina: C.G. JUNG E L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI

 

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