PLATONE E I QUATTRO STATI DI COSCIENZA

Platone è stato uno dei più grandi filosofi di questa razza umana; si occupò molto della condizione dell’Uomo e di come migliorarla, elevando lo stato di coscienza.

Esiste un 97% di Subcoscienza e un 3% di Coscienza. Parlando in altri termini diremo che un 97% della Coscienza è addormentata e che c’è soltanto un 3% della Coscienza che è sveglia. Ciononostante ci sono persone che non raggiungono il 3% di Coscienza sveglia, normalmente arrivano al 2%, e ci sono alcuni che arrivano soltanto all’1%.

 

LA MEDICINA

La psicologia e la medicina contemporanee sostengono che ognuno di noi utilizza dal 5 % al 10 % delle proprie aree cerebrali.

“Chi risveglia la coscienza non può più sognare qui in questo piano fisico, e nemmeno nei mondi interni. Chi risveglia la coscienza smette di sognare.

Chi risveglia la coscienza si converte in un competente investigatore dei mondi superiori. Chi risveglia la coscienza è un illuminato. Chi risveglia la coscienza può studiare ai piedi del Maestro.

Chi risveglia la coscienza può conversare familiarmente con gli Dei che iniziarono l’aurora della creazione. Chi risveglia la coscienza può ricordare le sue innumerevoli reincarnazioni.

Chi risveglia la coscienza assiste coscientemente alle sue proprie iniziazioni cosmiche. Chi risveglia la coscienza può studiare nei templi della Gran Loggia Bianca”…

– “Illustrazione del “Mito della caverna” di Platone in un’incisione del 1604 di Jan Saenredam” –

 

PLATONE

Il grande Filosofo Platone nei suoi scritti Repubblica e Carmide parla dei quattro stati di coscienza:

  • Pistis
  • Eikasia
  • Dianoia
  • Nous

Eikasia è ignoranza, crudeltà umana, barbarie, sonno profondo della coscienza, mondo istintivo e brutale, stato infraumano.

Pistis è il mondo delle opinioni e credenze. In Pistis stanno ipotesi, pregiudizi, settarismi, fanatismi, teorie nelle quali, non esiste nessun genere di percezione diretta della Verità. Pistis è la coscienza del livello comune dell’umanità.

Dianoia è revisione intellettuale di credenze, analisi, sintetismo concettuale, coscienza cultural-intellettuale, pensiero scientifico, ecc. Il pensiero Dianoetico studia i fenomeni e stabilisce leggi. Il pensiero Dianoetico studia i sistemi Induttivo e Deduttivo con il proposito di utilizzarli in modo profondo e chiaro.

Nous è perfetta Coscienza sveglia. E’ lo stato di “Turiya”, la perfetta illuminazione interiore profonda. Nous è legittima Chiaroveggenza oggettiva. Nous è intuizione. E’ il mondo degli archetipi divinali. Il pensiero noetico è chiaro, sintetico, oggettivo, illuminato.

Nous implica l’assenza totale dell’Ego, dell’Io, del Me Stesso (dei difetti spicologici che portiamo nel nostro inconscio). Chi raggiunge l’altezza del pensiero noetico, risveglia la Coscienza totalmente e si converte in un Turiya.

Platone sostiene che l’auocoscienza è un problema legato alla reminiscenza di ciò che stà già dentro ognuno di noi.

La parte più bassa dell’uomo è razionale e soggettiva ed è in relazione con i cinque sensi ordinari.

La parte più alta dell’uomo è il mondo dell’Intuizione e della Coscienza oggettiva spirituale. Nel mondo dell’Intuizione si sviluppano gli Archetipi di tutte le cose della Natura.

Immagini per un momento, amato lettore, una casa con quattro piani; il povero animale intellettuale erroneamente chiamato Uomo, vive normalmente nei due piani inferiori, ma mai nella vita adopera i due piani superiori.

 

AUTO-OSSERVAZIONE

“Quando un uomo qualunque arriva a comprendere profondamente che non può ricordarsi di se stesso, che non è cosciente di se stesso, è molto vicino al risveglio della Coscienza”.

“Stiamo parlando di qualcosa su cui riflettere profondamente. Ciò che stiamo dicendo è molto importante e non si può comprendere se viene letto meccanicamente”.

“I nostri lettori devono riflettere. La gente non è capace di percepire il proprio io mentre si auto-osserva, di farlo passando da un centro ad un altro, ecc.”.

“Osservare il proprio modo di parlare, ridere, camminare, ecc., senza dimenticarsi di se stesso, sentendo questo io dentro, è molto difficile ma, senza dubbio, basilare, fondamentale, per raggiungere il risveglio della Coscienza”.

“Il grande Maestro Ouspensky disse: «La prima impressione che produsse in me lo sforzo per essere cosciente del mio Essere, per essere cosciente di me stesso come io, lo sforzo fatto nel dire a me stesso: “io sto camminando, io sto facendo”, e nel cercare di mantenere vivo questo io, di sentirlo dentro di me, fu il seguente: Il pensiero restava come assopito, quando afferravo l’io, non potevo né pensare né parlare; persino diminuiva l’intensità delle sensazioni; inoltre, potevo mantenermi in tale stato solo per un tempo molto breve»“.

È necessario risvegliarsi e perciò, prima di tutto, è necessario convincerci sinceramente del fatto che siamo addormentati.

Non si tratta di riconoscerlo intellettualmente, chiunque può dire automaticamente: “Sì, sono addormentato”, ma è un’altra cosa essere cosciente del fatto che si è addormentati, questo è differente. Esiste quindi una grande differenza tra l’Intelletto e la Coscienza.

Però, come raggiungere questo risveglio? Ovviamente già sappiamo che il fondamento sta nella dissoluzione dell’Ego, questo è indubitabile, e questo è un argomento che voi non ignorate; però chiaramente dobbiamo aiutarci con diversi metodi e procedimenti. Tutto ciò che coadiuva il risveglio è utile.

 

LA CHIAVE S.O.L.

Vi spiego una tecnica, ma voglio che facciate molta attenzione.

È necessario dividere l’attenzione in tre parti (Chiave S.O.L.):

1°) Soggetto

2°) Oggetto o oggetti

3°) Luogo

 

SOGGETTO

Non dimenticarsi di noi stessi, autovigilarci in ogni secondo, in ogni momento. Questo implica lo stato di allerta in relazione ai nostri pensieri, gesti, azioni, emozioni, abitudini, parole, ecc., ecc., ecc. Quando qualcuno si dimentica di se stesso, nella vita commette errori molto gravi. Per esempio, se ci dimentichiamo di noi stessi dinanzi ad una coppa di vino, che cosa succederà?

Che non solo ci berremo quel calice, ma che poi ne berremo molti di più, fino ad ubriacarci, di modo che sarebbe molto grave dimenticarsi di se stessi davanti ad un calice di vino.

Se ci dimenticassimo di noi stessi davanti ad una persona del sesso opposto, che cosa succederebbe? Potremmo arrivare alla fornicazione o all’adulterio?

Se ci dimenticassimo di noi stessi, per esempio, davanti a chi ci offende, è sicuro che finiremmo con l’insultare anche noi tale persona e potremmo persino arrivare alle mani.

È dunque indispensabile non dimenticarsi di se stessi. Ouspensky, per esempio, una notte si propose di camminare sveglio per le strade di San Pietroburgo (dico “camminare sveglio” per differenziare con “camminare addormentato”, che è ciò che fa tutta la gente comune e corrente).

Quell’uomo camminò e camminò auto-vigilandosi, auto-osservandosi, controllando la mente e i sensi, quell’uomo camminò dappertutto.

Ad un tratto volle fumare uno dei suoi sigari; era un fumatore, vide una tabaccheria e vi entrò per comprare del tabacco.

Quando ne uscì fumando non si ricordava più dell’esercizio che stava praticando, camminò per molte strade di S. Pietroburgo finché arrivò a casa sua; al rientrare in casa si ricordò di nuovo di se stesso, allora con dolore si rese conto di essersi dimenticato dell’esercizio, che la sua Coscienza si era addormentata nell’istante in cui entrò in quella tabaccheria e che poi se ne andò in molti luoghi come un sonnambulo.

Vedete quanto è difficile non dimenticarsi di se stessi. Nel dire “non dimenticarsi di se stessi”, a che cosa ci stiamo riferendo? Allo stare in auto-osservazione dei propri sentimenti, dei propri impulsi interni, delle proprie pene, delle proprie emozioni, dei propri istinti, delle proprie abitudini, ecc. Al vegliare i sensi e la mente, perché se una persona non controlla i sensi e la mente, cade nel sonno della Coscienza.

 

OGGETTO

Minuziosa osservazione di tutti quegli oggetti o rappresentazioni che per mezzo dei sensi arrivano alla mente. Questo è il secondo aspetto della chiave. Se una persona, per esempio, vede un oggetto grazioso, un vestito, un anello, un profumo, o una vetrina, qualunque cosa, ma si lascia incantare da quell’oggetto che sta vedendo, ciò che succede sempre è che cade nel sonno della Coscienza. Perché? Perché si è dimenticato di se stesso. Nel vedere l’oggetto ci si identifica con esso e la povera Coscienza si addormenta profondamente.

Abbiamo bisogno di osservare attorno, le cose che ci circondano senza subirne il fascino. È urgente comprendere che mai ci si deve dimenticare di se stessi…

Comunemente, nel vedere gli oggetti che ci circondano avviene un processo di addormentamento:

1°) Identificazione. Ci si dimentica di se stessi e ci si identifica con quel certo oggetto. Una forza ipnotica ci prende i sensi, portando tutta la nostra attenzione verso quel luogo. E allora diciamo: “Che bello, che grazioso”…

2°) Affascinazione. Rimaniamo affascinati dall’oggetto; se è un bel vestito, diciamo: “Questo è il colore che meglio mi si combina, sarei molto elegante, se avessi del denaro lo comprerei, ecc., ecc.”

3°) Sogno. Questo stato di forte attrazione, seduzione e abbagliamento produce in noi un torpore o sonnolenza che conduce indubbiamente al sonno profondo della Coscienza. Allora cominceremo a sognare di quanto bello sarebbe indossare quel vestito, della festa alla quale lo indosseremo per la prima volta, della ragazza carina alla quale lo mostriamo, ecc.

Ogni tipo d’identificazione produce affascinazione e sonno. Per esempio: se tate camminando per una strada, inaspettatamente incontrate una folla che manifesta per qualcosa davanti al palazzo del signor Presidente. Se non siete in stato di allerta vi identificate con quella moltitudine, vi affascinate e poi viene il sonno ed anche voi vi mettete a gridare, a lanciare pietre e a fare cose che in altre circostanze non fareste nemmeno per un milione di dollari.

Dimenticarsi di se stessi è un errore di incalcolabili conseguenze. Identificarsi con qualcosa porta l’affascinazione e il sonno della coscienza.

È impossibile che qualcuno possa risvegliare la Coscienza se si dimentica di se stesso, se si identifica con qualcosa.

È impossibile che un aspirante possa risvegliare la Coscienza se si lascia affascinare, se cade nel sonno.

Per esempio: se state viaggiando su un qualunque mezzo di trasporto urbano. Dovreste scendere in una certa via. Senza sapere come, vi viene in mente il ricordo di una persona cara. Vi identificate con quel ricordo, arriva l’affascinazione e poi “dormite svegli”… Improvvisamente esclamate: “Dove sono? Accidenti!…, ho perso la fermata…, sarei dovuto scendere nella tale via, alla tal fermata”… Vi rendete conto che la vostra Coscienza era assente, scendete dal veicolo e ritornate a piedi fino alla fermata dove sareste dovuti scendere.

 

LUOGO

Ed infine si deve guardare ogni luogo attentamente, anche il luogo conosciuto, la stanza della casa, la camera, osservarla tutti i giorni come un qualcosa di nuovo. Dovunque una persona arrivi, la prima cosa che deve chiedersi è: “Bene, perché sono qui? Che cosa ho a che fare con questo luogo? Perché sono arrivato in questo luogo, in questo mercato, in questo ufficio, in questo tempio, ecc.?” Questo è indispensabile se si vuole risvegliare la Coscienza non solo qui, ma anche nei Mondi Superiori.

In questo fattore “luogo”, dobbiamo anche includere, la questione DIMENSIONALE. Potrebbe darsi il caso, che ci troviamo realmente nella Quarta o nella Quinta Dimensione della Natura, durante il momento di OSSERVAZIONE.

Ricordiamo che la natura ha sette dimensioni; nel MONDO TRIDIMENSIONALE, regna la Legge della Gravità, nelle dimensioni SUPERIORI della natura esiste la Legge della LEVITAZIONE. Nell’osservare un luogo, non dobbiamo dimenticare mai la questione delle sette dimensioni della natura. Allora conviene chiedersi: in quale dimensione sono? Poi è necessario, per verificare ciò, fare un salto il più grande possibile con l’intenzione di fluttuare nell’ambiente circostante. È logico che se fluttuiamo è perché ci troviamo fuori del CORPO FISICO.

Schema dei quattro stati di Coscienza secondo Platone.

 

Di modo che, voglio chiarirvi, per fare correttamente quest’esercizio della divisione dell’attenzione, si deve praticare di secondo in secondo, d’istante in istante, finché non diventa un’abitudine, finché non si converte in un istinto; in principio e per lungo tempo è necessario che questo esercizio venga praticato con rigorosa disciplina esoterica, finché un giorno lo si fa istintivamente.

Succederà allora che tale esercizio, praticato nello stato di veglia, si inciderà tanto nel subcosciente che poi, durante le ore del sonno, lo si farà automaticamente.

Avrete visto sicuramente che molte volte si sognano avvenimenti che ci sono accaduti durante il giorno.

Può anche succedere che una persona abbia una grande preoccupazione e che faccia durante la notte, dei sogni che riguardano questa particolare preoccupazione. Conoscendo quest’aspetto della mente, conviene praticare internamente questo esercizio.

Nell’abituarsi a farlo, lo si ripete automaticamente durante le ore del sonno, e allora si risveglia la Coscienza.

Conviene sapere che durante le ore del sonno, l’Anima o per essere più esatti, la “Psiche”, si trova fuori dal corpo fisico, dove una persona vive come nel fisico senza rendersi realmente conto di dove si trova. Se in quegli istanti fa l’esercizio, il risultato è il risveglio della Coscienza.

 

Estratto da:
  • “Platone, tutti gli scritti” a cura di Giovanni Reale, Rusconi, 1994;
  • Conf. “Studio Gnostico sull’Anima” di Samael Aun Weor;
  • “Guardando il Mistero” di Samael Aun Weor;
  • “LA collana del Buddha” di Samael Aun Weor.

Per approfondire il pensiero del Filosofo Platone vai alla pagina: ATLANTIDE TRA MITO E REALTA’

 

Se Ti è piaciuto il contenuto, condividi questa pagina sui social: